About Ernesto Sansone

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“…Prendi il largo!” (X Anniversario di Comunità)

Carissimi Amici,

era il 16 febbraio 2007: chi di noi c’era? Il primo incontro della nostra comunità! Sarebbe bello sfogliare l’album dei ricordi e rivedere foto, forse un po’ sbiadite, di quell’anno e dei primi passi della nostra comunità. Quanti ricordi in quella sala del piano superiore della parrocchia dove svolgevo allora il mio ministero pastorale, ricordo uno ad uno i volti di quelli che furono invitati ma soprattutto l’attesa di conoscere quale fosse il motivo di quell’incontro! Tutti si portavano nel cuore l’ansia di prendervi parte chiedendosi cosa ci fosse ad aspettarli, fino al momento in cui, avendo accolto da molti la proposta di pregare insieme, decisi di lanciare l’invito ad iniziare un cammino, serio e concreto! Ricordo l’entusiasmo di molti, il timore di altri, la gioia di tutti ma specialmente l’emozione di sentirsi parte di una famiglia che da quella sera in poi non avrebbe mai smesso di camminare, pronta ad affrontare qualsiasi imprevisto, capace di coinvolgere con il proprio entusiasmo tutti quelli che avrebbero poi deciso di prendervi parte, ma soprattutto senza mai smettere di sognare anche quando i presagi non erano felici. Quanto tempo è passato: 10 anni, fatti di sguardi, carezze, parole, emozioni, croci, condivisioni, lacrime, gioie, persone incontrate, esperienze vissute, difficoltà superate, avventure vissute insieme, con il sole e con la pioggia ma senza smettere mai di danzare! Abbiamo mantenuto alto l’ideale del nostro cammino, cercando di essere viandanti capaci di portare l’Amore di Gesù li dove ci veniva richiesto e in special modo nella vita di tutti i giorni e attraverso la vocazione  che ognuno di noi ha ricevuto da Dio. Si, santificarsi e santificare con i carismi e i ministeri ricevuti e avendo come principio ispiratore il comandamento nuovo lasciatoci da Gesù: “ Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”.

Dieci anni sono un bel traguardo, una tappa importante, una meta dalla quale ripartire con lo stesso vigore del primo giorno, con il desiderio di continuare a crescere e maturare alla luce della Parola di Dio, nutriti dall’eucarestia e collaborando con la nostra vita a fare in modo che anche altri possano incontrare Gesù e fare della loro vita un capolavoro, senza accontentarsi di volare a bassa quota ma mantenendo acceso il desiderio di sognare cose grandi! E’ vero, non siamo una comunità perfetta. Anche tra noi sussistono pareri diversi, talvolta discordanti, serpeggiano malcontenti e mormorazioni, ma se non mi inganno, vengono sempre cristianamente superati! Io oggi rendo grazie al Signore e a ciascuno di voi che  anteponete ai vostri bisogni personali il bene comune e la concordia. Vivere la comunità, come è stata intesa fin dal suo nascere, non significa avere la pretesa che ogni richiesta venga esaudita e ove mai questo non avvenisse voltare le spalle e andare via. Alla legittima richiesta: che cosa mi attendo da questa comunità? dobbiamo sempre saper dare voce anche all’altra correlata e più impegnativa domanda: che cosa do, posso dare e devo dare a questa comunità? Questo perché i frutti di questi anni sono cresciuti grazie al desiderio e all’impegno di tanti che con sacrificio hanno dato e continuano a dare il loro contributo.

Insomma, tanti sono i motivi per i quali dobbiamo dire grazie al Signore all’inizio di questo nuovo percorso, si, perché festeggiare l’anniversario significa come dicevo prima ripartire e fare festa e festa sia!

Quest’anno, a differenza degli altri anni abbiamo deciso di vivere in maniera diversa i festeggiamenti del nostro anniversario. Non ci siamo voluti fossilizzare sulla data della festa perché, tra le tante iniziative che sono nate, stiamo portando a compimento i lavori della Tenda: questo spazio interamente offerto alla città ed in maniera particolare ai giovani. Un progetto che nasce dal desiderio di portare un frutto dopo tanto cammino fatto insieme. Un posto dove anche i più bisognosi possano trovare riparo, ristoro, amicizia. Ecco perché abbiamo pensato di spostare i festeggiamenti al giorno in cui inaugureremo la Tenda, come segno visibile di questi dieci anni di cammino e nuova occasione per ripartire insieme!

Questo perché fare festa significa incontrarci, per raccontarci un po’ le nostre storie, per guardarci negli occhi e riscoprire i segni dell’amicizia fatta di passato, vissuta nel presente ed incamminata ancora verso il futuro nel nome di Gesù.

La festa è prima di tutto nel cuore di chi si vuole bene e condivide il cammino umano e cristiano, di chi collabora e mette a disposizione le sue doti migliori, di chi vuole continuare a costruire una comunità di persone che vivono insieme valori e progetti, di chi crede che la comunità sia una famiglia, un punto di incontro, la casa dove tutti abitano e da cui tutti ripartono per essere nel mondo buoni cristiani e onesti cittadini.

Nulla si improvvisa: tutto è frutto di impegno, di condivisione, di distribuzione ed assunzione di responsabilità, di fatica e di speranza. Non c’è festa se non c’è un cuore che legge, sul pentagramma della vita, le note a volte incerte che compongono il nostro canto; se non c’è una voce che si unisce alle altre voci per dare al coro forza e coraggio. La festa ha bisogno anche di te!

Fare festa per ripartire, insieme e per altri traguardi. Non importata come ma una cosa non può e non deve mai cambiare: la consapevolezza che vivere la comunità significa ricordarci che siamo in cordata, insieme ed uniti; non per prendere ma per dare, non per apparire ma per servire, non per evadere ma per vivere; insieme tutto questo è possibile, lo abbiamo vissuto nel corso di questi 10 anni lo continueremo a vivere fino a quando il Signore vorrà.

Questo è il mio augurio: che la nostra comunità sia attenta alla Parola di Dio, vigile nel cogliere i segni dei tempi, serva nel suo stile, sotto lo sguardo premuroso ed amorevole di Maria nostra Madre e di San Giuseppe nostri protettori!

Comunità Tabor, cosa aspetti? Prendi il largo!

 

don Fabio Di Martino

16 Febbraio 2017 X anniversario Comunità Tabor

Una tenda per tutti … TUTTI per la TENDA

Sostieni la Comunità Tabor per diventare parte attiva di un progetto rivoluzionario e ambizioso: la TENDA.

Una tenda per tutti … TUTTI per la Tenda!

La Tenda è un luogo di incontro e di assistenza dove verrà ribaltato il concetto di “open space”, perché non sarai mai ospite e fruitore di un servizio, ma protagonista di un sogno che grazie all’aiuto di tutti può diventare realtà… per saperne di più

Puoi sostenere questo progetto mediante:

  • una donazione “una tantum” per contribuire ai lavori di ristrutturazione della tenda
  • una donazione mensile (anche solo 10 euro al mese) o annuale per i lavori e per i futuri costi di gestione

Puoi farlo con le seguenti modalità:

  • Bonifico bancario intestato a Associazione Comunità Tabor i viandanti della Carità ONLUS – C.F. 90079280633 – IBAN IT18A0335901600100000060952  BANCA PROSSIMA MILANO 
  • Bollettino postale intestato a Associazione Comunità Tabor i viandanti della Carità ONLUS – C.F. 90079280633 – C.C. POSTALE N. 001011429691 IBAN IT97T0760110340001011429691
  • Pagamento con Paypal o carta di credito 



 

L’Associazione Comunità Tabor i viandanti della Carità, con sede legale in Castellammare di Stabia alla via A. Volta n.20, C.F. 90079280633,  è una ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale ), iscritta all’Anagrafe ONLUS con prot. Agenzia Entrate n. 62175 del 17/12/2012.

Le donazioni sono detraibili e/o deducibili dal reddito personale o di impresa.

 

09/11/2016 VogliAMO vedere GESU’

09/11/2016 VogliAMO vedere GESU'

Alcuni incontri ti cambiano la vita! Proprio come successe a Lazzaro immagine di chi vivacchia, richiamato a vivere in pienezza, a Marta simbolo di chi sente “onnipotente”, invitata a stare con i piedi per terra ed infine a Maria, l’unica icona di colei che in ascolto ha saputo cogliere la possibilità di comprendere che solo facendosi piccoli si può fare di un incontro la svolta decisiva della propria vita!

VogliAMO vedere GESU’

Ogni mercoledì dalle 21.00 alle 22.00


Chiesa S. Maria dell’Orto – Castellammare di Stabia

https://www.facebook.com/events/1176591009070658/

02/11/2016 VogliAMO vedere GESU’

2 novembre 2016

Stare davanti a Gesù per vivere in pienezza il tempo della nostra vita, quella che Egli ci ha dato pagando di persona e portando la croce. Vivere di Lui e con Lui! Vivere al ritmo di Gesù, significa rendere ogni attimo eterno, se vissuto da protagonista! Non ti accontentare di volare basso se Dio ti ha reso un’ aquila!!!

VogliAMO vedere GESU’

Ogni mercoledì dalle 21.00 alle 22.00 Chiesa S. Maria dell’Orto – Castellammare di Stabia

Il mio #chiAMAchiama

Guardo le foto delle riprese aeree del drone, mi stupisco…quante folle accorse…

Io vivo il mio personale chiAMAchiama dal di dentro, contribuendo nel mio piccolo alla realizzazione dell’evento.

La gente viene e prende ciò che vuole, gratuitamente. Con quella gratuità che è tipica delle cose di Dio.

Chi balla, chi partecipa all’animazione e ai giochi, chi apprezza le performance degli artisti, chi ascolta le testimonianze, chi infastidito dalla ressa va via, chi attende l’Adorazione Eucaristica, chi apre il cuore alle confessioni, chi resta solo per la festa, chi decide di far festa, chi decide di maledire tutta questa confusione.

Io sono parte del tutto. La mente è impegnata a seguire la scaletta. Consegno le targhe, partecipo alle coreografie. E poi comincia a piovere… Poche gocce, ma bastano per far riaffiorare il ricordo di quell’amara sera del 19 giugno in cui un temporale estivo decise le sorti del nostro rinvio al 24 luglio. Ma tutto ha un senso perché per chi crede in Dio il caso non esiste.

 

Un’amica mi dirà che il 19 giugno, a causa di un momento di aridità spirituale, aveva preferito l’impegno dei seggi elettorali alla partecipazione al chiAMAchiama. Ma se ne era pentita, e molto. La pioggia che per noi fu un disastro, per lei fu nuova opportunità per esserci. Perché Dio non ci dà mai un out out, non è nella Sua logica di Amore, il Signore continua a chiamare, a bussare alla porta dei nostri cuori…

E così quella mia cara amica riuscì a venire arrivando proprio durante l’Adorazione. Ne parla emozionata e in lacrime di questa esperienza, perché si sente guarita nel profondo da quell’Eterno Amore che ha piani a volte incomprensibili  all’intelletto, ma non alla fede.

Chi crede non si deve far spaventare dai venti avversi. Guardo i volti degli altri, sul loro viso è dipinto un sorriso che nasconde male la tensione. Arriva l’ordine di cominciare a mettere a riparo l’impianto elettrico, abbiamo un maxischermo che andrà in tilt con una pioggia battente. Dina prega. Io non ci riesco. Poi quella nuvola passeggera va via… e tiriamo un sospiro di sollievo.

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Tutto scorre liscio come l’olio. Io vedo i miei amici fraterni impegnati. Ognuno ha il suo compito. E’ bella questa collaborazione.

Alcuni li conosco da anni, fra quegli “alcuni” ci sono anche io. Teste gloriose su cui Dio ha fermato il Suo sguardo. Mi commuove tutto ciò. Mi commuove pensare all’azione di Grazia che sta operando piano piano in noi.

Non siamo perfetti, non siamo santi, ma abbiamo detto il nostro sì a Gesù in questo progetto rivolto a tutti, perché il chiAMAchiama, come ripete Don Fabio di Martino, è mio… è tuo… è di tutti! E’ di tutti coloro che hanno deciso di farsi toccare dall’Amore, quello vero, quello che non tradisce, quello che resta fedele nelle avversità.

E… cosa più bella… ognuno continua a vivere la sua vita, con i suoi carismi, col suo carattere, con i suoi pregi e difetti però vivificati dall’amore di Dio che continua a venire lì dove siamo, nella realtà quotidiana che ognuno vive.

Perché poi se ami una persona la vai a prendere lì dov’è e la accetti per quella che è ed è questa azione di Dio che io ho visto costantemente in questo chiAMAchiama, un Dio così vicino e così straordinariamente umano che paradossalmente non si riesce a percepire. Dio è con noi. Sempre. Apriamo il nostro cuore a questo Amore, poi il resto lo fa Lui.

                                                                                                                           Daniela Balestriere

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BUON VIAGGIO!

Mercoledi 28 settembre.

Come ogni mercoledì, appuntamento immancabile con il “VogliAMO vedere GESU”.

Ma l’Adorazione Eucaristica di mercoledì 28 settembre potremo definirla speciale.

A rompere il silenzio dell’Adorazione è stata la voce di Don Fabio Di Martino che ha richiamato l’attenzione di giovani e meno giovani con un gesto insolito, poco canonico, ma molto speciale. All’intera platea è stata distribuito un foglietto e subito dopo sono partite le note di una canzone…  “BUON VIAGGIO” di Cesare Cremonini. Beh…ci si potrebbe chiedere come mai la scelta di questa canzone e soprattutto perchè voler focalizzare l’attenzione su questo testo. Perchè Gesù ci chiama ad una scelta coraggiosa, scegliere di seguirlo implica coraggio, un coraggio che nasce dalla consapevolezza dell’amore infinito che Gesù ha per noi!

“Coraggio lasciare tutto indietro e andare… partire per ricominciare…”.

Il nostro percorso di vita, di studi, di lavoro, tante volte ci porta a scoraggiarci, a non avere fiducia in noi stessi e spesso ci porta ad allontanarci dal Signore. La nostra vita, il nostro viaggio “che sia una andata o un ritorno” non può avere luogo senza un accompagnatore speciale: GESU’.

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E il nostro coraggio è proprio scegliere di farci accompagnare e guidare dal suo amore in questo viaggio. Per questo motivo dovremo mettere a fuoco la nostra vita, aver sempre chiaro il percorso, con la consapevolezza che i nostri passi sono accompagnati da uno sguardo di amore e di comprensione che ci consente di rialzarci nei momenti difficili, di non scoraggiarci davanti alle problematiche quotidiane coscienti di poterci affidare e di poterci mostrare sempre così come siamo. Vivere da protagonisti!

E per quanta strada ancora c’è da fare… Amerai il finale!”.

BUON VIAGGIO!

 

 

 

In ritiro con Te… fino alla fine!

IL TEMPO E’ UN GRANDE TESORO!

23 – 25 settembre 2016.

Perché il ritiro? Per il forte desiderio di rallentare il tempo, di fermare il mondo per poter scendere un attimo…  Il tempo. Una vita frenetica sempre alla ricerca di “più tempo”. Ed è proprio con l’intenzione di valorizzare la qualità del proprio tempo, invece che la quantità, che siamo giunti all’Eremo dei Camaldoli, su una splendida collina da cui si gode un bellissimo panorama di Napoli, del suo golfo e della penisola Sorrentina, per cogliere l’intima essenza di un luogo che, oltre che di storia e di arte, è prima di tutto un luogo dello spirito.

La partecipazione al ritiro richiede tempo. Due giorni. 48 ore da sottrarre ai nostri mille impegni quotidiani, al lavoro, alla partita, allo smartphone, allo shopping. Il tempo è un grande tesoro. E allora due giorni all’eremo sono… tempo sprecato? No, cari amici! Nell’esperienza all’eremo ogni ora è preziosa, ogni momento è ricco di possibilità, di potenzialità… ma anche di rischi: si rischia di ascoltare il proprio cuore… di ascoltare Dio! Ci vuole coraggio! Il coraggio di preparare la valigia, riempiendola con le nostre di aspettative, i nostri fardelli, le nostre intenzioni… e tanta curiosità. Cosa mi sussurrerà il Signore all’orecchio? Dal frastuono cittadino al silenzio del monastero. Basta varcare il cancello per gustare la semplicità di un mondo fatto di storia, di vita vissuta, di arte, per godere della bellezza del creato attraverso i profumi, i fiori, le coltivazioni. E’ il posto più bello del mondo.

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E’ il viaggio nell’anima. E’ la tappa del viandante nel percorso della comunità, quella comunità viva e dinamica che batte un solo cuore. Insieme si prega, si mangia, si beve, si ride, si piange, si discute, si gioca, si affrontano i problemi di ognuno ed insieme si ricercano le soluzioni… partendo dall’incontro personale di ognuno con Gesù. La comunità si stringe sempre attorno al fratello in difficoltà. “Vista la loro fede Gesù disse al paralitico: <<Coraggio, figliuolo, ti sono rimessi i tuoi peccati>>”. A causa degli uni, Dio è pronto a perdonarmi! Si, perché nel bilancio della nostra vita l’amico non è mai una perdita: è un guadagno! Che meraviglia… che ardore, il cuore che brucia per la caduta del fratello e che fa festa quando si rialza, perché essere comunità presuppone la più alta e stupenda statura morale e spirituale: una fede incrollabile in Gesù e un amore verso il prossimo molto forte. Ed il perdono è la più alta manifestazione dell’Amore, vale infinitamente più della guarigione fisica, perché  dà una sensazione di libertà e di leggerezza all’anima che deriva dall’aver lasciato andare un pesante fardello che forse ci accompagnava da lungo tempo. Il perdono  aiuta a rilassarsi, a superare le nostre paure, a vivere nella calma del cuore e ad aprire la porta a nuove opportunità di crescita. E’ la pienezza della fede: perdonare, farsi perdonare, perdonare se stessi.

ritiro

Passeggiando tra i mille profumi dei viali alberati ci si rende conto di quanto la natura sia in grado di dare vita a forme spettacolari. Il fruscio esalta il silenzio, la lingua comune ed eterna dell’universo, la più adatta a comunicare i sentimenti più profondi. Ed è proprio la Vergine del silenzio che ci ha guidato nella meditazione interiore e nella contemplazione del nostro rapporto con il Padre. Il silenzio è ascolto… Attenzione però, perché quando il silenzio, da ascolto si trasforma in muro dietro cui nascondersi nei rapporti personali, la prospettiva cambia! Quante volte sono stato in silenzio aspettando e aspettando ancora che le persone a me care potessero capire quello di cui io avevo bisogno. Quante volte ho cercato invano di mandare segnali attraverso occhiate, gesti,  messaggi per me assolutamente inequivocabili, ma non compresi. Quante volte ho atteso una persona nel “momento giusto” a dirmi che era lì per me , non per chiedere di aiutarmi, ma per gridare che voleva “profondamente aiutarmi”. Quante volte, per orgoglio, ho atteso che fosse l’altro a parlarmi perché era giusto così!

All’improvviso una canzone: “… e parlanno, parlanno, parlanno quanti ‘ccose se ponne accuncià… quanti ‘ccose che sule si e ‘ddice te fanno fa a pace e te fanno scurdà…”. Parlare… tacere…? E’ meglio parlare piuttosto che aspettare in silenzio che la persona capisca! Quando Il silenzio è muro, diventa vuoto di significato e spesso si risponde al silenzio con altrettanto silenzio, dando adito ad una marea di fraintendimenti dolorosi. Ti manca qualcuno e lo vuoi incontrare? Chiamalo ed invitalo! Ti piace o non ti piace qualcosa? Dillo!  Hai sbagliato? Chiedi scusa! Pensi di non essere compreso? Spiegati meglio! Ami qualcuno? Diglielo! E’ tutto così semplice… “… parlamm si avimma parlà, perché e vote ‘o silenzio nun se po’ suppurtà”. Aggiungerei “’O pparlà chiaro è fatto pe’ ll’ amice”.

Mentre la canzone continua a suonare nella mente,  si respira aria di festa! Si ride e si scherza aspettando la notte.  Cosa deve ancora succedere dopo questo vortice sconvolgente di emozioni? Di notte! Il meglio deve ancora venire, perché Gesù di notte non dorme, è sempre lì a vegliare su di noi! E tutti insieme abbiamo risposto alla chiamata. I giardini illuminati di fiaccole si stringono attorno ad un continuo viavai di viandanti avvolti nei maglioni per darsi il cambio davanti all’inesauribile fonte di luce e di forza. L’Adorazione di Gesù Eucaristia! Non ci sono letti, non ci sono cuscini, solo l’Amore di Gesù che riscalda e ristora.

Gesù, ferma su di me i tuoi occhi… la tua mano stendi e donami la vita. Abbracciami… fino alla fine!